<p style="text-align: justify;">4/05/10 SEC – Sarzana - Ex seminarista:«Ho subito abusi sessuali»</p> <p style="text-align: justify;">Secolo XIX (on – line) – 04/05/10 - Pag. 18</p> <p style="text-align: justify;">L’uomo,oggi 64enne, sposato, lo ha raccontato al Vescovo e al vicario</p> <p style="text-align: justify;">SONDRA COGGIO</p> <p style="text-align: justify;">ERA SOLTANTO un bambino, alla fine degli anni Cinquanta:ma la sola idea di addormentarsi, la sera, nel camerine del seminario di Sarzana, era diventata per lui una sorta di incubo. Perché c’era quel sacerdote, che di giorno sapeva mostrarsi tanto devoto, ma la notte “ispezionava” i ragazzini già spogliati sotto le lenzuola: e quelle mani, che si insinuavano languide laddove la decenza non consente, provocavano nel bimbo un forte disgusto. Sono passati tanti, tantissimi anni: ed ora quel dodicenne, che ha superato la sessantina, ha trovato la forza di dire tutto: e ha riversato sulla Curia spezzina il peso che si teneva dentro l’anima, tanto imbarazzante. L’accusa è molto semplice: ed è altrettanto turpe. Il seminario vescovile di Sarzana, avrebbe fatto da teatro ad atti di molestie sessuali: da parte di un religioso, almeno. Ma non solo. Secondo il racconto dell’uomo, che fino ad oggi aveva confessato il suo disgusto soltanto alla moglie, c’era almeno un’altra persona che sapeva: ed anzi, aggiungeva vergogna alla vergogna. Si trattava di un diacono: un altro adulto, dunque, che non solo avrebbe molestato i ragazzini, tutti figli di famiglie poverissime,masi sarebbe spinto oltre, chiedendo ai bambini di dar vota a squallide esibizioni masturbatorie, in sua presenza, e alla presenza di altri giovani coetanei. Due persone disturbate, insomma: e in qualche modo protette dalla santità dell’abito. Un’immagine che nella mente del pensionato è rimasta come una minaccia, che non l’ha mai abbandonato: al punto che solo adesso, ha trovato il coraggio di sollevare il velo del silenzio, e di rendere partecipe di quella bruttissima vicenda anche l’istituzione religiosa, che s’è trovata a dover affrontare questa situazione delicatissima. Prima, c’è stata sola una lettera: con la quale il pensionato ha fatto i primi cenni. Poi, l’incontro. E quando si è trovato di fronte il Vescovo, Monsignor Francesco Moraglia, ed il vicario Monsignor Piercarlo Medinelli, l’uomo ha confessato in lacrime il turbamento e il rammarico, per aver dovuto subire quelle attenzioni, così volgari e inopportune, in quello che avrebbe dovuto essere un contesto protetto, e al di sopra di ogni insidia. La Diocesi avrebbe mostrato rammarico e ferma condanna: di certo i tempi sono diversi, rispetto a quella fine degli anni Cinquanta. Oggi il nuovo corso dell’istituzione ecclesiale è indirizzato verso la denuncia, senza alcuna tolleranza per la promiscuità. Ma quando la confidenza è trapelata, le parole del pensionato hanno scatenato inquietanti interrogativi sulle identità del sacerdote e del diacono:e soprattutto su quanti possano essere stati i ragazzini costretti a subire molestie. Sulla veridicità del colloquio, avvenuto presso la Curia, è arrivata ieri l’immediata conferma della stessa Diocesi: assente il Vescovo, lontano dalla città, è toccato al vicario,don Piercarlo Madinelli, mostrare serenità e al tempo stesso fermezza, nell’assicurare “la massima trasparenza”. «Qualsiasi segnalazione esige rispetto e approfondimenti – ha spiegato – non ci sarà alcuna reticenza da parte della chiesa, che è stata investita soltanto oggi, a distanza di tanti anni, della testimonianza di questa persona: si tratta di delineare l’accaduto, e di riportarsi a quel lontano passato: il che purtroppo non rende agevole il compito». Poiché sull’entità delle confidenze del pensionato sono girati ieri dettagli diversi, alcuni molto pesanti, il Monsignore si è limitato ad accennare al fatto che “non risulta al momento una situazione di gravità paragonabile a fatti di pedofilia ben diversi”. Non si tratterebbe di violenze reiterate, insomma. Almeno stando alla versione relativamente “più leggera” che circolava ieri negli ambienti diocesani: secondo la quale a manifestare morbosità verso i ragazzi, sarebbe stato all’epoca un seminarista, e non un sacerdote. Si sarebbe trattato di un uomo giovane, che sarebbe stato per questa ragione poi allontanato dal seminario vescovile, proprio per evitare il perdurare degli abusi. Stando così le cose, il fatto sarebbe Dunque già stato ben noto all’interno dei vertici religiosi del tempo. Non un seminario degli “orrori”, dunque: ma una “mela marcia”, estratta per tempo dalla cesta. Si tratta di capire tuttavia se dietro le prime confessioni della vittima ci sia di più, rispetto a quanto confidato fin qui: o se la squallida vicenda fosse stata identificata già allora, e “sistemata”. In attesa che si facciano avanti altri di quei bambini, che potrebbero aver visto e saputo.</p> http://www.valdimagranews.it/index.php?option=com_content&task=view&id=10916&Itemid=17