<p style="text-align: justify;">I primi accertamenti delle perizie sono stati comunicati ieri alla procura e lasciano aperti dubbi e suscitano perplessità. Nei prossimi giorni verrà studiato l’hard disk del quarto personale del sacerdote recuperato la scorsa settimana</p> <p style="text-align: justify;">Una prima sommaria verifica del computer di don Luciano, sequestrato la scorsa settimana in casa di un amico del sacerdote, non ha portato alla luce elementi inquietanti.</p> <p style="text-align: justify;">Ma don Luciano Massaferro, prima di regalare il pc, lo ha formattato, ossia ha cancellato tutti i contenuti presenti nell’hard disk. Un atteggiamento che ha di insospettito gli inquirenti.</p> <p style="text-align: justify;">Sono stati i due periti informatici nominati dalla procura a segnalare l'anomalia ai sostituti procuratori Alessandra Coccoli e Giovanni Battista Ferro, che ieri pomeriggio hanno convocato un vertice in procura per analizzare la situazione. Oltre ai due periti era presente anche il supertestimone dell’accusa, anche lui perito, che aveva aiutato don Massaferro a trasferire alcuni files da quel computer a quello nuovo.</p> <p style="text-align: justify;">Proprio la sua testimonianza aveva consolidato la certezza negli inquirenti sulla presenza di quel quarto strumento informatico che invece il parroco di San Vincenzo e San Giovanni ha sempre negato.</p> <p style="text-align: justify;">Ha partecipato anche lui all’incontro durato quasi due ore nell’ufficio del pm Coccoli e nel quale magistrati ed esperti informatici hanno deciso la linea di condotta da tenere. Sicuramente la direttiva è semplice: cercare di risalire ai file cancellati per verificare l’esistenza o meno di materiale che possa risultare utile all’indagine.</p> <p style="text-align: justify;">Compito che non si annuncia agevole, nonostante i periti siano in possesso di sistemi estremamente all’avanguardia per fare luce anche sugli angoli più nascosti di quello che ormai sembra essere diventato uno degli aspetti cardine dell’inchiesta.</p> <p style="text-align: justify;">Al momento la procura ha preso atto dell’importanza del ritrovamento del pc per demolire l’attendibilità del prete che ha sempre negato di averne avuto il possesso. Il procedimento di formattazione messo in atto da don Lu, inoltre, sembra fare a pugni con le iniziali affermazioni del sacerdote di non essere assolutamente esperto in materia informatica.</p> <p style="text-align: justify;">L’aver cancellato i contenuti dell’hard disk non vuol dire comunque la volontà di togliere di mezzo materiale scottante. Di fronte all’intenzione di regalare il pc a un amico il prete potrebbe aver deciso di togliere ogni traccia del suo lavoro. Un’operazione innocua che potrebbe fare chiunque. Certo che, vista in un quadro indiziario come quello esistente l’operazione lascia adito a qualche dubbio.</p> <p style="text-align: justify;">Non resta che attendere e verificare quale sarà la verità. L’inchiesta va avanti e la procura non intende tralasciare alcunché per fare piena luce sulla vicenda che, come ha puntualizzato nelle scorse settimane lo stesso procuratore Francantonio Granero, registra due vittime: l’undicenne parrocchiana e don Luciano.</p> <p style="text-align: justify;">In attesa dell’annunciata visita nel carcere di Sanremo del vescovo di Albenga e Imperia, Mario Oliveri, al sesto piano del palazzo di giustizia di Savona non sarebbe arrivata ancora istanza di visita da parte del padre del sacerdote, mentre al contrario sarebbero state negate istanze di alcune persone vicine a don Lu che hanno chiesto di potergli fare visita nel penitenziario sanremasco.</p> <p style="text-align: justify;">La difesa, dopo aver ottenuto alcuni atti, è in attesa dell’autorizzazione da parte del giudice delle indagini preliminari Emilio Fois di poter copiare il compact disk dell’audizione protetta della presunta vittima.</p> http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savona/2010/01/29/AMJFcUKD-nulla_computer_formattato.shtml