—————————————————————– Nelle mani dei magistrati anche foto scottanti.
Ma molti fedeli difendono il prelato: ” + vittima di una vendetta” “Violentava minorenni”, parroco in cella Trapani, monsignor Mustazza arrestato dopo le rivelazioni di alcune ragazzine TRAPANI – Apriva la sacrestia per accogliere adolescenti di tredici, quattordici anni che una ma – itresse del quartiere reclutava tra le famiglie dei disperati.
Poi, sprangata la porta, quella stanzetta tappezzata di immagini sacre diventava una alcova. L’alcova del parroco, monsignor Angelo Mustazza, 63 anni, sacerdote popolarissimo nella comunita’ religiosa di Valderice. Sussurri e chiacchiere di paese hanno fatto presto ad alimentare la leggenda del prete pedofilo, schiavo del vizio, pronto a compensare con un paio di banconote le ragazzine trascinate sul divano.
Sembrano solo pettegolezzi messi in giro dagli immancabili mangiapreti, capaci di ogni diavoleria pur di sporcare l’immagine del clero siciliano, gia’ squassato da vicende devastanti: l’incriminazione per mafia del sacerdote di Giardinello don Francesco Salvia, l’arresto del carmelitano don Mario Frittitta per favoreggiamento del boss Pietro Aglieri, la richiesta di rinvio a giudizio per stupro e usura del parroco di Mascalucia don Pasqualino Di Stefano. Ma, per i giudici, padre Mustazza aveva davvero un debole per le ragazzine, che riusciva a comprare a prezzi stracciati: bastava scucire da 30 a 50 mila lire e l’incontro era assicurato.
Cosi’, almeno, assicurano i magistrati che hanno firmato un ordine di carcerazione per il monsignore, da ieri rinchiuso in una cella del “San Giuliano”. Un evento traumatico per la Chiesa di Trapani, anticipato lunedi’ dal vescovo Francesco Micciche’ durante un incontro con le maestranze della processione di misteri. “E’ accaduto un fatto gravissimo, che mi ha molto colpito”, ha mormorato il prelato che si e’ chiuso poi nel silenzio.
Ma quando le agenzie hanno cominciato a battere i primi dispacci sull’arresto di don Mustazza, la notizia si e’ subito diffusa a Valderice creando sconcerto fra i parrocchiani, pronti a ricordare le buone abitudini del monsignore che da 35 anni vive nella canonica con la sorella Maria conducendo una vita discreta e irreprensibile, scandita da preghiere e opere di bene, sempre al servizio dei diseredati.
Ogni mattina il Rosario, le Confessioni, la Messa. Quindi in sacrestia ad ascoltare le litanie degli sventurati, a dare una parola di speranza all’esercito dei questuanti. Un maledetto equivoco, giurano i fedeli ignorando, forse, il blitz dei carabinieri che hanno sequestrato materiale definito “interessante” in un paio dei 15 ruderi acquistati qualche tempo fa dal parrocco nella borgata di San Francesco. La svolta sarebbe arrivata all’inizio di aprile quando una sedicenne ha denunciato la madre per sfruttamento della prostituzione. A poco a poco, il giro delle testimonianze si e’ allargato, sono state sentite altre ragazze finche’ qualcuna non ha fatto il nome del monsignore. “State attenti a buttare fango sulle persone, sono tutte calunnie – grida Pietro Minaudo, uno dei piu’ strenui difensori di padre Mustazza -: e’ un angelo, gli affiderei anche mia figlia.
Ma lui e’ troppo buono e forse per questo oggi si trova nei guai”. Spiega Minaudo, imprenditore: “Questo e’ un porto di mare, qui vengono spesso prostitute, donne bisognose d’aiuto che sono separate o hanno il marito in carcere. Qualche settimana fa s’e’ rifiutato di dare denaro a una ragazza e lei ha giurato di fargliela pagare”. Ma dal fronte investigativo non trapelano incertezze. Piuttosto, dicono i carabinieri, ci sono riscontri e testimonianze precise, alludendo forse ad alcune foto compromettenti, una delle quali ritrarrebbe il sacerdote con la mano tesa verso una ragazza seminuda. “E’ falso anche questo”, sbottano i parrocchiani in difesa del prete e spiattellando la loro verita’: “Sono venute in parrocchia due ragazze, a un certo punto una ha tirato dalla borsetta la macchina fotografica e mentre l’altra si spogliava ha fatto il clic. Era una trappola, ma don Angelo non c’e’ caduto”. —————————————————————– MONSIGNOR MAGGIOLINI “Piu’ attenzione quando si ammette al sacerdozio” MILANO – Che fra 64 mila tra preti e religiosi ci siano due o tre casi di deviazioni non deve stupire, ma non per questo giustificare quanto accaduto. “Ma in fase di ammissione al sacerdozio meglio un prete in meno in diocesi che un cuore sospeso”. A pronunciare il monito, commentando i fatti di Sicilia, e’ monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo di Como, che pur premettendo di parlare con “ritrosia” dell’argomento chiede anche una riflessione a Chiesa e societa’ laica. “Aspettiamo comunque a giudicare sin che non c’e’ condanna”, commenta sul caso. Poi la prima riflessione: “Ci sono 37 mila preti e 27 mila religiosi, non stupiamoci di tre casi, comunque gravi, ma non generalizziamo”. “Teniamo quindi conto – continua il prelato – che probabilmente si sono allentate le remore, le regole di prudenza che venivano insegnate ai maestri dello spirito, come quelle di non toccare mai i bambini”. E qui monsignor Maggiolini arriva a quello che lui definisce il quarto punto: “E’ vero che c’e’ crisi di vocazione ma non bisogna prendere chiunque per paura che la diocesi resti senza preti. Se ci si accorge di una tendenza e’ giusto allontanare senza remore”. La societa’ entra in gioco alla fine: “Chiederei che la macchina culturale, le agenzie del consenso non si stupiscano per questi episodi perche’ non puo’ non accadere quando si continua a mettere, vedi per esempio i film, la sessualita’ ovunque, come fosse un bicchier d’acqua. E le remore cadono anche la’ dove non dovrebbero cadere. Dunque la societa’ laica stia attenta e renda conto di queste scelte”. —————————————————————– I PRECEDENTI * SEMPRE IN SICILIA Sabato scorso, a Mascalucia, in provincia di Catania, scattano le manette per l’arciprete della parrocchia don Pasqualino Di Stefano, 62 anni: tra le accuse, abusi sessuali e usura * IN PUGLIA Tre settimane prima aveva celebrato i funerali di Nadia Roccia, la ragazza uccisa dalle sue due migliori amiche. Ma il 2 aprile, per don Giorgio Mazzoccato, 61 anni, sacerdote del piccolo Comune di Castelluccio dei Sauri, e’ arrivato l’ordine di arresto per violenza sessuale su dei bambini di Arpinova, dove don Giorgio era stato parroco sino al ’96 * NELLA BASSA MODENESE Nella bassa modenese un sacerdote, don G., venne bersagliato, nel settembre scorso da accuse e sospetti che lo collegavanao a un giro di pedofili. Il prete si difese pubblicamente durante l’omelia nella sua chiesa. * A MASSA Prima una serie di “voci”, poi l’allontanamento dalla parrocchia e infine gli arresti domiciliari e nell’agosto ’97 don Roberto Marianelli, 47 anni, viene confinato in canonica. Contro di lui l’accusa di atti di libidine su alcuni bambini della parrocchia di Capanne, del comune di Montignoso.
Mignosi Enzo
Pagina 17
(29 aprile 1998) – Corriere della Sera
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